Quante volte capita di pensare – Non ci capiamo proprio! Ragioni in maniera totalmente differente da me! – o di notare come noi stessi concentriamo l’attenzione su determinati dettagli, mentre altre persone vicino a noi ne colgono altri?
Questo avviene perché ognuno di noi percepisce il mondo e la realtà in maniera differente, attraverso i sensi che utilizza con maggiore frequenza e in base al proprio stile comunicativo. Per capire meglio questo fenomeno ci viene incontro la PNL (Programmazione Neuro Linguistica) che ha distinto tre tipi differenti di stili comunicativi.
Esistono così persone che privilegiano la vista, le cosiddette “visive”, altre invece l’udito e vengono chiamate “uditive”, e altre ancora il tatto, meglio conosciute come “cinestesiche o tattili”.
In base al senso privilegiato, quindi, si possono così distinguere tre stili comunicativi differenti.
I cosiddetti “visivi” interpretano la realtà attraverso la vista e si riconoscono per i velocissimi salti di discorso che fanno durante una conversazione, passando da un argomento all’altro.
I visivi si caratterizzano anche per il fatto che, per imparare, hanno bisogno di “vedere” come svolgere un lavoro.
Il visivo elabora i propri pensieri e le proprie riflessioni come se fossero veloci sezioni di un filmato. Gesticola molto, portando le braccia verso l’esterno quasi a voler disegnare in aria concetti, rivolge lo sguardo verso l’alto e utilizza un timbro di voce acuto e molto accelerato, facendo pochissime pause.
Gli “uditivi” invece, a differenza dei visivi, utilizzano un tono di voce regolare, ritmico e preferiscono sottolineare i concetti con il tono della voce piuttosto che con i gesti.
Hanno un pensiero logico e sequenziale caratterizzato dal ragionamento.
L’ ascolto per questo genere di persone è fondamentale: danno molta importanza al dialogo e alle discussioni, al significato e all’utilizzo delle parole.
Questi soggetti sono organizzati e ponderano attentamente ogni loro decisione, inoltre mantengono una distanza di sicurezza con le persone che non conoscono a fondo: sono tendenzialmente riservati e riflessivi.
I “tattili”, chiamati anche cinestetici, vedono il mondo attraverso il filtro dei sensi più tangibili, cioè il tatto, il gusto e l’olfatto.
La loro vita è interpretata in base alla loro emotività e alle loro sensazioni corporee, tattili e propriocettive.
Un soggetto tattile fa respiri lunghi e profondi, fa numerose pause e ha un tono di voce basso. La sua gestualità è lenta a differenza dei visivi, quasi rilassata.
Sono persone emotive, socievoli e sanguigne, che si fanno coinvolgere da quello che in un determinato momento provano. Non nutrono un vivo interesse per i dettagli, come le persone visive.
È importante ricordare che nessuno di noi appartiene solamente in una di queste tre categorie, piuttosto possiamo definirci come degli ibridi, una fusione di questi tre stili comunicativi , con uno che spicca maggiormente rispetto agli altri.
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