Il progetto Erasmus+: l’Europa si pone come ponte tra studenti e imprese.
Ero in quarta superiore ed avevo 17 anni, bazzicando sul sito della mia scuola mi si parò davanti un’opportunità: un mese di alternanza scuola-lavoro all’estero. Il fatto che non fosse minimamente sponsorizzata da nessuna parte mi fece pensare ad una truffa, eppure dopo ore di scartoffie burocratiche e test di ingresso ce l’avevo fatta. Mi ero ritrovato a lavorare per un mese come sistemista a Berlino.
Per accedere al bando dell’Unione Europea e per potervi partecipare dovetti leggere e compilare attentamente tutta la burocrazia. Nel mio caso feci tutti i passaggi per poter passare al bando mantenendo addirittura i miei genitori all’oscuro di tutto, non per un’ipotetica disapprovazione da parte loro (anzi), ma perché volevo cavarmela da solo in tutto e per tutto. Ero entrato nell’ottica di una persona indipendente che sapeva cosa voleva dal suo futuro e sapeva cos’era meglio per lui.
Atterrati in Germania eravamo in undici: dieci ragazzi più il tutor. Di quei dieci ragazzi io non solo ero l’unico informatico, ma ero anche l’unico che non avrebbe lavorato presso un’azienda; avrei dovuto affiancare un lavoratore autonomo o, come diremmo in Italia, “un partita IVA”. Essere in una situazione così isolata mi intimoriva e ammetto che per i primi giorni mi sentii a disagio, ma subito dopo essere stato affiancato dal mio tutor mi tranquillizzai. Il suo nome è Thomas Galinsky, un uomo sulla cinquantina conosciuto dai media tedeschi come “il killer dei virus”, uno degli informatici più competenti della Germania dell’Est.
Galinsky, seppur una delle persone più competenti che abbia mai conosciuto, era molto tranquillo ed è riuscito a farmi superare molti pregiudizi che abbiamo sui tedeschi. Non era una persona ligia e severa, bensì amichevole e aperta al dialogo, non ti trattava come un dipendente bensì come un collega con cui potersi consultare. Per lui non ero “solo” uno stagista, ero un amico da invitare il venerdì sera alla grigliata condominiale (si, è successo davvero).
Galinsky mi ha insegnato che professionalità e competenza possono coesistere assieme a valori come calore e vicinanza alle persone che ti circondano, che siano essi clienti a cui stai prestando un servizio o colleghi con cui collabori. È stato il professionista che mi ha convinto a prendere il mio diploma da informatico.
Se vuoi leggere altre storie di erasmus, ti consiglio l’articolo di Giorgia in merito. Una ragazza che ha avuto l’opportunità di fare uno stage di grafica a Cipro.
Io Lavoro In Corso è il blog degli studenti del McLuhan, corso its formativo della fondazione FITSTIC a Bologna. In questo articolo Federico Raia ci presenta la sua esperienza di erasmus in Germania.
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