Una tranquillizzante riflessione per tutti gli amanti di carta e penna che non rinnegano il digitale: foglio e schermo non sono così distanti come sembra!
Il destino di una “scribacchina” in una classe di digital marketing non è dei migliori. Vi spiego meglio: la maggior parte delle persone quando sente il bisogno di fissare un concetto o ricordare meglio una cosa apre le note dello smartphone o al massimo un foglio word.
Le mie mani, al contrario, hanno il naturale istinto di frugare nello zaino, cercare carta e penna e iniziare a scrivere (male) le parole che si agitano nella mia testa.
Purtroppo ho la passione di snocciolare qualsiasi lista su foglietti volanti, da quella della spesa, puntualmente sparita in qualche tasca una volta varcata la soglia del supermercato, a quella degli impegni e delle cose da fare (più difficile da perdere, ma spesso inutile dato che possiedo già un’agenda).
Eppure mi ritengo una persona razionale, pratica, che tiene conto delle evidenze: digitare è più veloce, comodo, inquina meno e occupa meno spazio.
Ma è un po’ come quando ti prendi la cotta per la ragazza sbagliata, lo sai che è fidanzata, che la cosa non potrà mai funzionare, ma nonostante tutto il tuo cuore continua a esplodere nel petto.
“Non c’è niente da fare, il mio amore per la carta è impavido verso la forza del mondo digitale!”
Tra una presa in giro e l’altra, i miei compagni che mi considerano la “nonna” del gruppo, e io che mi sento colpevole di essere l’anello debole della Gen Z, ho deciso di approfondire l’argomento, scoprendo che carta e penna non sono solo un capriccio di pochi nostalgici, ma che i dati, anche nel mondo digitale, sono spesso dalla parte del cartaceo!
Memorizzare in maniera più efficace è sicuramente tra i benefici maggiori dello scrivere a mano, sono numerosi gli studi che hanno provato quanto il cervello sia affaticato dalla lettura su schermo: l’attenzione è più bassa, memorizzare è più difficile e la vista affaticata.
Inoltre, quando scriviamo su carta, assegniamo ad ogni parola un posto specifico nello spazio, questo dà la certezza al cervello di trovare una certa informazione nell’esatto posto in cui l’ha lasciata.
Le parole digitate sono invece come le scale di Hogwarts : amano cambiare posizione, tra scorrimenti e cancellazioni spesso confondono la mente!
Non potendo però negare la praticità del digitare velocemente e del non riempirsi la borsa di mille fogli volanti ho deciso di chiedere un parere a due persone che, frequentando l’università, sono costrette ogni giorno ad aver a che fare con fiumi infiniti di appunti, ma che condividono approcci diversi:
“Preferisco prendere appunti al computer perché riesco a scrivere più velocemente, fare modifiche e aggiungere in un secondo momento. Per studiare però, ho spesso bisogno di scrivere a mano e fare schemi che mi aiutino a memorizzare.”
Sofia
“Sono sempre stata abituata a scrivere appunti a mano perché mi permette di organizzare i contenuti a mappa concettuale, usando colori ed evidenziatori che mi permettono di memorizzare meglio. Rispetto a un testo scritto al computer riesco a capire e ricordare meglio, soprattutto visivamente.”
Dalila
Se le mie amiche studentesse universitarie mi hanno aiutato a capire l’importanza della scrittura su carta per memorizzare studiando, i laboratori di design thinking, a cui ho potuto partecipare al corso McLuhan, mi hanno aperto una finestra su un altro campo in cui il “fisico” ha un ruolo fondamentale: la progettazione.
Durante tutto il processo di ideazione di un nuovo prodotto o servizio, sia fisico che completamente digitale, avvalersi di supporti cartacei è essenziale, ecco alcuni esempi:
Nella fase iniziale di brainstorming, in cui la mente è piena di idee, è importante non lasciare che vaghino in testa ma metterle su carta scrivendole su simpatici post it. Questo non solo aiuta a tenere libero il cervello e a non focalizzarsi troppo sulla prima idea, ma è anche utile se si lavora in gruppo: vedendo la nostra proposta attaccata al muro, un nostro compagno di lavoro potrà prendere ispirazione e sviluppare una seconda idea collaborativa! In questo modo aiutiamo il nostro cervello a pensare in modo laterale, ovvero uscendo dal percorso lineare che ci siamo prefissati, seguendo le intuizioni.
Mettere su carta una nuovo proposta, soprattutto se complessa, ci aiuta nel momento in cui dobbiamo condividerla con chi ancora non ne sa nulla.
Fare schizzi e disegnare mappe aiuta a trasmettere i principi del progetto al nostro interlocutore, inoltre, soprattutto se non siamo pittori provetti, il nostro disegno stilizzato e semplificato trasmetterà l’essenzialità della nostra idea.
Una volta ideato il prodotto o il servizio che si vuole realizzare, arriva la fase di prototipazione e spoiler: anche in questo caso il fisico ci viene d’aiuto!
Prototipare ci aiuta a vedere e toccare con mano quella che fino a poco prima era solo un’idea, costruire il prototipo a mano, con carta forbici e colla (e qualsiasi oggetto che abbiamo a disposizione) stimola collaborazione e creatività, ci aiuta a empatizzare mettendoci nei panni del consumatore e trovare in questo modo difetti e possibili miglioramenti.
Essere amanti del cartaceo lavorando nel digitale non deve essere un motivo per provare nostalgia, ma un’ opportunità per migliorare l’esperienza su schermo.
Arricchire un progetto digitale con gli elementi funzionali del cartaceo renderà la fruizione più fluida, intuitiva e adatta all’utilizzo da parte dell’essere umano.
È quindi inutile essere integralisti del cartaceo o fanatici del digitale, perché i due strumenti possono convivere aiutandosi a vicenda!
P.S. Sì, questo articolo è stato scritto con carta e penna, la coerenza prima di tutto 😉
Se vuoi scoprire di più sul design thinking ti suggeriamo l’articolo di Alessandra.
Io Lavoro In Corso è il blog degli studenti del McLuhan, corso its formativo della fondazione FITSTIC a Bologna. In questo articolo Emma Magli ci espone il suo punto di vista sullo scrivere a mano lavorando in un settore digitale.