La mia generazione è nata in quel periodo storico nel quale la tecnologia e internet erano già in voga da diverso tempo, ma quanti di noi si sono realmente chiesti quanto e come questi due fattori abbiano avuto, e abbiano tuttora un impatto sull’ambiente?
Parliamo di dati
Vi rispondo io: in pochi. Il motivo è molto semplice, siamo tutti abituati a pensare che internet sia qualcosa a cui possiamo avere accesso senza toccarlo con mano, in realtà dietro ad esso c’è una struttura, che comprende server e datacenter, i quali per funzionare hanno bisogno di un grande dispendio di energia.
Sicuramente l’utilizzo di internet può in parte diminuire l’inquinamento, ma allo stesso tempo aumenta le emissioni di CO2 in maniera esponenziale.
Gli apparati informatici che ci aiutano a navigare sul web, ci facilitano la comunicazione attraverso la posta elettronica e ci permettono di guardare film e serie tv sulle piattaforme di streaming, contribuiscono al 10% del consumo di energia elettrica globale, un utente medio, infatti, emette circa 244 kg all’anno navigando semplicemente sul web.
Il settore ICT ( Information and Communication Technology), è responsabile del circa 3,7 % delle emissioni totali dei gas climalteranti, quali azoto, metano, anidride carbonica e fluorati, il quale è sempre in aumento, si stima che, entro il 2040, questo dato possa arrivare al 14%.
Al giorno d’oggi però, molte aziende hanno creato un business gigantesco fondato proprio sull’utilizzo di internet e della tecnologia, arrivando ad inquinare quasi quanto uno Stato.
Le 5 Big Tech
Esempi lampanti possono essere Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google che in un anno sono arrivate a consumare 49,7 chilowattora, negli ultimi anni il loro consumo di energia è triplicato partendo da 16,6 milioni arrivando, addirittura, a 49,7 milioni di chilowattora. Questi 5 colossi della tecnologia hanno contribuito all’aumento delle emissioni di CO2 negli ultimi anni, una quota compresa tra l’1,4% e il 5,9 %, che sono quasi il doppio della quantità di CO2 che viene emessa dagli aerei, che è del 2%.
Dagli ultimi dati emerge che hanno emesso 98,7 milioni di tonnellate di CO2, con un aumento del 17% delle emissioni totali.
Consideriamo, quindi, che se internet fosse una nazione sarebbe la quarta più inquinante al mondo, questo dovrebbe farci riflettere, e farci capire che è necessario fare qualcosa affinché la situazione migliori.
Esistono soluzioni efficaci?
In un modo o nell’altro dobbiamo cercare, quindi, di diminuire, nel nostro piccolo, tutte queste emissioni, ma come si può fare?
Da utente, possiamo effettuare ricerche accedendo direttamente al sito scelto senza dover passare ad ogni costo tramite un motore di ricerca, cancellare mail vecchie e mail che non sono essenziali per il nostro lavoro, limitare la condivisione di contenuti che risultano pesanti e quindi più inquinanti, se non necessario.
Alcuni siti web hanno adottato accorgimenti che gli utenti sono tenuti a fare per diminuire l’inquinamento, come ad esempio, il mancato inserimento automatico di immagini senza richiesta del detentore del sito web, l’utilizzo di link esterni e non di video veri e propri, informare l’utente riguardo all’impatto che il suo comportamento di navigazione ha, memorizzare i dati localmente sul dispositivo dell’utente affinchè ci sia una riduzione del trasferimento di dati, comprimere i dati, caricamento solo degli script di programmazione, i framework e i cookie più importanti, limitare l’utilizzo dei font personalizzati, limitare il livello di luminosità emesso dallo schermo.
Per chi gestisce un sito web sarebbe bene affidarsi ad un servizio di hosting a emissioni zero.
I singoli utenti possono fare la loro parte, ma ci si aspetta un maggiore impegno da parte dei colossi del web, i quali stanno già cercando di risolvere questa situazione, grazie all’aumento della percentuale di energia rinnovabile utilizzata per fare funzionare i datacenter, luogo dove vengono raccolti i dati di tutti gli utenti.
Non solo, oltre all’energia che viene fornita ai server per funzionare, è bene che venga tenuto conto anche del fattore produttivo, infatti, le aziende dovrebbero considerare che anche i materiali con cui sono fatti gli smartphone o i componenti dei computer sono altamente inquinanti, quindi si dovrebbero sfruttare le estrazioni di risorse naturali, le quali vengono effettuate nei luoghi più poveri della terra, ma questa è tutta un’altra storia.
E voi eravate informati a riguardo di tutto ciò, o come la maggior parte delle persone ne eravate all’oscuro? Fatecelo sapere alla nostra mail o contattateci attraverso i nostri profili social!
Io Lavoro In Corso è il blog degli studenti del McLuhan, corso its formativo della fondazione FITSTIC a Bologna.