Innanzitutto, che cosa significa il termine Fast Fashion? Si intende il settore di abbigliamento che si ispira all’alta moda ma che viene venduta e prodotta a prezzi contenuti. Quello che un tempo era un settore legato alle grandi case di moda, oggi è dominato da trend effimeri che si diffondono velocemente sui nostri feed.
Basta l’algoritmo di Instagram, un post virale di un influencer, e voilà: una nuova tendenza conquista il mondo. Qui parleremo del legame tra il fast fashion e i social media, analizzandone gli aspetti positivi e negativi, e cercando di comprendere in che modo possiamo fare scelte più consapevoli come consumatori.
I social hanno amplificato il potere del fast fashion, rendendolo accessibile a un pubblico sempre più ampio. Le piattaforme digitali permettono ai brand di raggiungere milioni di utenti in tempo reale, creando un senso di urgenza e desiderabilità attorno ai loro prodotti. Gli influencer, hanno un ruolo fondamentale in questo processo, sono diventati un punto di riferimento per milioni di giovani. La loro capacità di creare un legame profondo con i follower li rende delle vere e proprie opinion leader nel mondo della moda. Spesso, queste giovani donne collaborano con i brand di fast fashion, promuovendo i loro prodotti attraverso post sponsorizzati, storie e dirette. Le loro foto e i loro video accattivanti ci mostrano uno stile di vita il più delle volte irraggiungibile, alimentando il nostro desiderio di acquistare nuovi capi per sentirci parte di un gruppo o per esprimere la nostra individualità.
Da un lato questo fenomeno ha reso la moda accessibile a un pubblico più ampio. Ciò ha permesso a molte persone di esprimere la propria personalità attraverso lo stile e di sentirsi parte di una comunità. Inoltre, la velocità con cui le tendenze si diffondono ha stimolato la creatività e l’innovazione nel settore. Dall’altro però, il modello di business del fast fashion presenta numerosi svantaggi, come: la produzione di massa di capi a basso costo che comporta un enorme spreco di risorse naturali, dall’acqua all’energia, e genera ingenti quantità di rifiuti tessili, le condizioni di lavoro negli stabilimenti tessili dei paesi in via di sviluppo sono spesso precarie, con salari bassi e orari di lavoro eccessivi e inoltre porta le persone a voler acquistare spesso qualcosa di nuovo consumando di più, senza considerare le conseguenze ambientali e delle nostre scelte.
Ma cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo per contrastare questo fenomeno? Le alternative al fast fashion sono numerose e accessibili. Scegliendo di acquistare capi di qualità, prodotti in modo etico e sostenibile, e dando nuova vita ai vestiti che già possediamo. Acquistare capi di seconda mano, vintage su e-commerce online, negozi fisici o provenienti da mercatini dell’usato è un’ottima scelta per trovare prezzi convenienti e dare nuova vita a capi e accessori dimenticati. Questa è una delle opzioni che io prediligo di più, mi capita spesso di girare mercatini, a volte si trovano delle vere e proprie chicche!