Kid Yugi e il comeback della cultura Pop nello Street rap
Kid Yugi: il rapper che sempre più velocemente si sta affermando nel mondo dei grandi della scena, con la prospettiva di diventare uno dei pilastri di questo movimento.
Discografia e penna
Francesco Stasi, classe 2001, in arte Kid Yugi, originario di Massafra in provincia di Taranto, è il prodotto della difficile realtà provinciale pugliese. Attivo musicalmente dal 2019, solo a febbraio 2022 pubblica il primo singolo ufficiale GRAMMELOT su Spotify, cominciando già ad attirare diverse attenzioni su di sé.
Singolo dopo singolo sempre più sguardi iniziano ad appoggiarsi sull’artista che raggiunge il suo apice con la pubblicazione del primo album “The Globe”: in 12 brani presenta all’Italia il suo mondo, facendolo diventare un classico dell’underground e coniando una stagione da “rookie dell’anno”.
Kid Yugi porta sulla tavola della scena italiana un’attitudine street, arricchita da un lessico ricercato, che lascia però sempre spazio a dialettismi, mischiati spesso con l’inglese. Grazie alla sua grande versatilità, Yugi naviga senza sforzo tra brani trap cruenti e pezzi introspettivi e riflessivi.
Nonostante la sua giovane età, il rapper racconta la vita di strada con grande maturità, le sue liriche sono intrise di una poetica decadente, arricchite da numerose figure retoriche.
Il 2023 è un anno molto proficuo per l’artista, sia per le collaborazioni che per i progetti personali, la sua penna viene infatti notata dai big della scena. A maggio esce con l’ep Quarto di Bue, progetto di 6 brani, prodotto interamente da Night Skinny, veterano della scena, con la collaborazione di Guè, Artie 5ive, Tony Boy e Digital Astro. In parallelo resta attivo nei featuring comparendo nel progetto di Tedua, con “Paradiso Artificiale”, che diventerà la seconda traccia più ascoltata dell’album, ottenendo la certificazione di doppio platino. L’artista Tarantino comparirà anche all’interno degli album di grandi artisti come Rkomi e Irama, Nitro e Don Joe.
All’inizio del 2024, Kid Yugi ha la sua consacrazione con la realizzazione del secondo album, “I Nomi del Diavolo”. Attingendo alla letteratura russa e britannica, il rapper ci porta nel suo viaggio tra le rappresentazioni del bene e del male, con Bulgakov e Golding come punti fermi di ispirazione. La cover del disco è infatti un tributo alla nota creazione dello scrittore russo “Il Maestro e Margherita” e richiama alla mente la scena del ballo di Satana. Come descritto dal rapper, l’obiettivo del lavoro era incarnare in maniera individuale tutte le forme di mistero e malvagità, anche presenti nel mondo di oggi, andando dal caso Ilva al concetto di terrone usato come una “provocazione”. All’interno di quest’opera troviamo featuring di grande spessore: Noyz Narcos, Sfera Ebbasta, Tedua, Geolier, Ernia e Fido Guido, ma non mancano nomi della nuova scuola come Artie 5ive, Simba La Rue, Tony Boy e Papa V.
Questo album che, con 14 tracce, ci presenta tutte le sfumature del male, filtrate dall’occhio, e scritte dalla penna infuocata del rapper pugliese, suona già come un classico del rap, lanciando di diritto Yugi nella stratosfera dei grandi, rendendolo predestinato a essere inciso nella pietra miliare della scena italiana.
La cultura Pop nello Street rap
Se recentemente ci siamo abituati a un rap che parla sempre di più all’Italia nazional-popolare o di strada per la strada, in Kid Yugi c’è un’insieme di street e riferimenti pop che probabilmente non era presente dai tempi dei Club Dogo e del Truce Klan.
Raccogliendo gran parte degli elementi che la scena italiana ha lasciato per strada negli ultimi anni, giovani artisti, come Kid Yugi, hanno iniziato a mischiare tutto ciò che il rap è stato negli ultimi quindici anni. Ed è per questo che anche in tracce street che parlano di droghe pesanti, oggi si possono sentire riferimenti a Harry Potter, I Griffin, Il signore degli Anelli o Affari Tuoi.
Non è qualcosa di totalmente nuovo, altri artisti come i Club Dogo e Ghali ci provarono già, ma probabilmente il contesto storico del pubblico e della musica non erano ancora pronti per mischiare alto e basso in queste modalità.
Kid Yugi porta all’interno del suo disco non solo la strada, per questo riesce ad essere speciale e a spiccare: street come vogliono le strade, immediato (grazie ai suoi riferimenti) per chi non c’è mai stato.
Finché Yugi sarà in grado di sfruttare questo dono e di attualizzare in questo modo tutti gli input di cui si è nutrito negli anni, rimarrà la nuova bandiera del rap italiano.
Io Lavoro In Corso: ci presentiamo
Io Lavoro In Corso è il blog degli studenti del McLuhan, corso ITS informativo della fondazione FITSTIC a Bologna. In questo articolo Mattia Cattabiani ci racconta di Kid Yugi e del suo nuovo album.