Negli ultimi due anni “Twitch” ha rivoluzionato il mondo della comunicazione e dell’intrattenimento, specialmente con l’inizio della pandemia.
Twitch è una piattaforma di live streaming di proprietà di Amazon.com. È stata lanciata il 6 giugno 2011 come spin-off della piattaforma di streaming generico Justin.tv. Il sito consente principalmente lo streaming di videogiochi, evolutosi poi in tante altre categorie di streaming. Attualmente è il social leader di settore nelle trasmissioni di eventi, competizioni eSports, Just Chatting e molto altro.
Ma ti starai chiedendo: cos’ha di tanto speciale questa piattaforma?
Beh semplice, una cosa che molti altri social non possono avere… Il rapporto diretto con le persone.
Twitch ha rivoluzionato il modo di intrattenersi durante il Covid, semplicemente perché è riuscita a far interagire il pubblico direttamente con i creatori di contenuti, attraverso i commenti live e le donazioni. Anche io ho avuto un rapporto diretto da protagonista con la piattaforma, volendola sperimentare durante i mesi di zona rossa dove non si poteva far nient’altro che stare chiusi nelle proprie case.
Pensavo che fosse qualcosa di più semplice, come magari una live su Instagram, invece bisogna architettare il tutto a dovere affinché le interazioni e la qualità che desiderano gli spettatori possa esser soddisfatta a dovere.
In primis, infatti, bisogna avere un’applicazione video, come ad esempio OBS Studio dove al suo interno si possono mettere collegamenti esterni ad altri programmi o siti internet (attraverso quest’ultimi si possono mettere in sovrappressione la chat, le donazioni, i vari goals, ecc.).
In secundis bisogna avere tantissima immaginazione e voglia di creare, soprattutto perché non si ha la “fortuna” come su YouTube di poter editare il video e tenere buone solo le parti di contenuto, no, su Twitch essendo live devi evitare il più possibile i momenti morti e perciò ogni singolo minuto che vuoi far passare in diretta deve essere sempre ricco di qualcosa.
Di fatto il lavoro dello streamer è un qualcosa che potrebbe essere un po’ stressante, devi stare sempre sul pezzo e pensare ogni giorno a quali potrebbero essere i contenuti originali che potrebbero soddisfare il pubblico. Lo stress deriva anche dal fatto che per chi lo fa come lavoro, quindi ci dedica tutto il suo tempo, anche perché unica fonte del suo guadagno, rischia a parer mio un bel “burn out”, a differenza di altri lavori in cui dopo 8 ore al giorno puoi staccare la spina, lì è difficile staccarla, anche perché se non hai seguito, non hai soldi e quindi le conseguenze che arrivano dopo le si sanno già.
Per concludere questa breve introduzione a Twitch e alla mia esperienza: secondo me il lavoro dello streamer è un lavoro affascinante, soprattutto per chi ama e riesce intrattenere le persone, si ha la possibilità di poter fantasticare con la tua immaginazione e concretizzare la maggior parte dei progetti e sogni che si hanno, anche perché alla fine sei il datore di lavoro di te stesso.
Dall’altro canto però se finisci col pensare unicamente al voler guadagnare e quindi a dimostrare che non è ufficialmente una tua passione ma bensì solo il tuo mezzo per guadagnare, finisci direttamente fuori strada e chiaramente perderai la fedeltà dei tuoi spettatori, fallendo e perdendo di credibilità è sempre meglio di fatto trattarlo più come un hobby agli inizi e poi appena si avranno basi solide come quella anche di una community totalmente tua, allora lì si potrà portarlo al livello successivo, ovvero quello lavorativo.
Se sei interessato a far conoscere il tuo brand su Twitch, ti suggeriamo di leggere l’articolo di Valery, un collega del McLuhan9.
Io Lavoro In Corso è il blog degli studenti del McLuhan, corso its formativo della fondazione FITSTIC a Bologna. In questo articolo Lorenzo Nulli O Rinalducci ci parla della sua esperienza su Twitch e di come una passione possa diventare una vera e propria carriera.