Tempo fa mi è stato detto, da una persona che conosco, che «tutti i loghi sono solo loghi e non comunicano qualcosa di specifico». Non è così, anzi, il marchio rappresenta visivamente l’identità del brand e ne comunica i valori.
Ti sei mai chiesto cosa sta dietro alla creazione un marchio? Perché sono stati scelti quel colore, quel font, quelle forme? Non sempre vengono rese note le scelte progettuali al pubblico, di solito il designer le spiega solo al committente ma penso sia interessante capire cosa vuole comunicare un brand tramite il suo marchio.
Tempo fa mi è stato detto, da una persona che conosco, che «tutti i loghi sono solo loghi e non comunicano qualcosa di specifico». Non è così, anzi, il marchio rappresenta visivamente l’identità del brand e ne comunica i valori. È la combinazione di logotipo (scritta) e pittogramma (simbolo), o di uno solo di questi elementi. A volte è presente anche un pay-off, ovvero uno slogan che riassume in poche parole l’identità di un’azienda.
Il marchio è molto importante perché permette alle persone di riconoscere un brand a colpo d’occhio, per questo è necessario che sia efficace.
Visto che il nostro compito era quello di migliorare l’estetica senza cambiare il messaggio comunicato e dare nuova vita a questo progetto, noi abbiamo fatto un restyling del marchio già esistente. Quando ci si approccia a un nuovo progetto, è necessario applicare un processo progettuale, ovvero una serie di operazioni che servono per raggiungere l’obiettivo nel modo migliore.
Ognuno in base alla sua esperienza può applicare il proprio metodo, ma Bruno Munari ne ha identificato uno molto efficace:
Quando siamo di fronte a un marchio già esistente bisogna partire con l’analisi. Nel nostro caso ci siamo trovati davanti a un marchio complesso poiché sia il pittogramma che il logotipo erano composti da più parti.
L’analisi del logotipo è stata facile: il nome del blog sarebbe rimasto uguale quindi non c’era bisogno di cambiarlo, e il font usato è lo stesso del marchio Fitstic, per cui abbiamo deciso di non toccarlo per mantenere una continuità visiva. Le parole “lavoro” e “corso” sono in grassetto perché mettono in risalto i due punti cardine dei corsi ITS.
Per quanto riguarda il pittogramma invece, ci siamo trovati tutti d’accordo col dire che era composto da troppe figure e volevamo semplificarlo. Abbiamo mantenuto la forma iniziale del rombo e quella finale del cerchio, mettendo in mezzo una forma di transizione. Così facendo il messaggio comunicato resta quello di “dinamismo, movimento e trasformazione”, che pensiamo essere propri del corso.
I colori scelti sono ciano, magenta e giallo, i colori primari. Li abbiamo accostati in modo che non vibrassero tra loro, ovvero che la loro giustapposizione non desse fastidio visivamente. Infatti durante le prove avevamo provato ad accostare magenta e ciano ma vederli vicini non era piacevole.
Poi abbiamo creato delle varianti del marchio per ogni colore, associandole a diversi tipi di contenuto: ciano per gli articoli, magenta per i video e giallo per i podcast.
Questo sia per distinguere visivamente le sezioni, poiché così è possibile riconoscerle a colpo d’occhio, sia perché volevamo che il marchio non avesse un’unica possibilità di essere ma diverse, rimarcando sul concetto di trasformazione.
Questo è stato, in breve, il processo e la logica che abbiamo applicato per ricreare il marchio di Io lavoro in corso. Per farlo ci sono voluti diversi giorni, videochiamate in fase lockdown e soprattutto molta voglia di mettersi in gioco.
Cosa ne pensi di questo restyling? Tu avresti fatto qualcosa di diverso? Cosa? Siamo molto curiosi di saperlo, se ti va lascia un commento o scrivici una mail, le critiche costruttive servono per migliorarsi.