Secondo alcuni studi, solo 6 ragazzi su 10 dopo il diploma ha un’idea chiara su cosa fare. Ma cosa vuol dire “non sapere cosa fare da grande”?
Futuro.
È una parola a cui diamo davvero molto peso se ci pensi.
Sono innumerevoli le decisioni che prendiamo sulla base del nostro domani, e la prima grande scelta sul nostro futuro la facciamo da appena adolescenti.
Secondo alcuni studi, solo 6 ragazzi su 10 dopo il diploma ha un’idea chiara su cosa fare.
A primo impatto ti verrebbe da rispondere che magari quei 4 ragazzi su 10 non si vedono a fare alcun lavoro, che magari sono anche degli scansafatiche o che non si sono mai impegnati abbastanza sullo studio e quindi non hanno voglia di continuare.
Io penso che la scuola giochi un ruolo molto importante riguardo questa statistica, perché immerge gli studenti in una bolla di numeri e giudizi, che non definiscono però le attitudini dello studente in quanto tale.
Ma andiamo a conoscere quei “4 su 10”.
Ciao! Sono Giulia, ho 20 anni e amo cucinare.
La mia idea di futuro ruota da sempre attorno a questa mia grandissima passione che ho alimentato frequentando un istituto professionale di ristorazione. Sono soddisfatta della mia crescita in questo ambito che adoro, trovo immensa soddisfazione nel comporre i piatti, studiarli e poi ovviamente anche assaggiarli!
Ho concluso ormai da 2 anni gli studi, ma è già da qualche tempo che ho dei dubbi sulla mia carriera. Inoltre ho iniziato a fare attività di tirocinio già prima del diploma. Ho fatto la lavapiatti, la cameriera, la “girarrosti”, finché finalmente ho potuto dopo qualche mese, affiancare il cuoco.
È stato davvero un brutto colpo per me, capire che la mia più grande passione, era solo una passione.
Non fraintendermi, ho adorato lavorare come aiuto cuoco, ma è davvero un lavoro molto duro, impegnativo e stressante.
Amo cucinare, non amo il modo in cui al ristorante si cucina. Non è la strada giusta.
Ora ciò che desidero è mettermi alla prova, riscoprirmi!
Piacere, sono Jacopo e mi sto per diplomare.
Frequento un liceo classico e sono sempre stato “l’eccellenza”, sempre il massimo dei voti (sì, anche in scienze motorie).
Faccio molte cose durante il mio tempo libero: suono la chitarra, nuoto a livello agonistico, ballo hip hop e molti altri tipi di danza. Adoro studiare e coltivare le mie passioni, una di queste è anche la matematica! Amo i numeri e la loro perfezione.
Non prendermi come quello “antipatico” che non è amico di nessuno e che se la vuole tirare, potrei fare quest’effetto ma in realtà sono semplicemente innamorato della vita.
Ti devo confessare però, che da qualche mese sono molto combattuto.
Come ho detto prima, amo le mie passioni, ma le vedo solo come tali, voglio dire, non le vedo come una carriera per fare soldi.
I miei genitori mi dicono che sarebbe perfetto se mi iscrivessi alla facoltà di matematica. In effetti non gli dò torto, mi piacerebbe molto, ma la facoltà di matematica che propone l’università vicino a me è davvero pessima. Dovrei trasferirmi in qualche altra città o fare centinaia di chilometri in treno ogni giorno.
Perderei di vista le mie passioni, non avrei più il tempo di suonare o ballare!
E poi, detto tra noi… l’idea di trasferirmi lontano dai miei genitori proprio non mi convince.
Mi chiamo Martina, ho 18 anni e sono ufficialmente “matura” da 4 giorni.
Ho sempre pensato al mio futuro come un luogo dove mi sarei potuta realizzare… su cosa, ancora non lo so.
Sono sempre stata una brava studentessa, mai l’eccellenza, ma trovo lo studio un mezzo affascinante per scoprire ed affrontare il mondo.
Mi sono diplomata in Meccanica. La verità è che non mi piace per nulla… lo so, avrei potuto cambiare scuola e ricominciare, se solo avessi avuto una vaga idea sul cosa fare da grande!
Non ho grandi passioni, o meglio, non ne ho per niente. Me la cavo con il disegno, ma non lo definirei come una passione visto che non disegno mai! Non amo lo sport, ne ho provati molti ma nessuno mi ha fatto accendere quella scintilla che potesse indicarmi che quello era lo sport giusto per me. Preferisco mangiare… amo mangiare, ma non sono molto brava a cucinare anzi, direi che sono un vero disastro!
Come ho già detto trovo affascinante lo studio, tuttavia l’idea dell’università mi spaventa molto. Vorrei trovare qualcosa di diverso, vorrei fare qualcosa di diverso.
Non amerei il mio lavoro se facessi il meccanico e sarebbe una vita di “compromessi”, e io non voglio accontentarmi.
Il mio obiettivo ora è conoscere e conoscermi, fare nuove esperienze, cogliere i momenti belli e divertirmi. Voglio poter cambiare idea su ciò che penso e su ciò che mi aspetto, voglio trovare la mia strada, insomma, voglio avventura.
Voglio stupirmi.
Mi chiamo Francesco, ho 21 anni e lavoro come cameriere in un agriturismo.
Ho fatto il liceo scientifico per 3 anni, poi ho cambiato scuola e mi sono diplomato in agraria. Mi sono iscritto al liceo perché i miei si aspettavano che poi andassi all’università e mi laureassi in ingegneria, come mio fratello.
Non sono molto bravo a concentrarmi, soprattutto sullo studio, odio la matematica, la fisica e tutta quella roba là. Negli ultimi 4 anni mi sono sentito dire che nella vita non avrei mai concluso nulla, da parte dei miei soprattutto, che non hanno preso molto bene la mia decisione di cambiare scuola.
Corro molto, mi piace alzarmi presto la mattina per andare a correre, mi fa sentire libero e pieno di energie.
Non ho mai voluto andare a lavorare come giardiniere e non ho mai amato le piante in generale, ma penso volessi solo evadere da quella scuola, forse anche per fare un torto ai miei genitori.
Ora non so cosa voglio fare, so solo che voglio fare qualcosa per me, insomma voglio realizzarmi.
Questi 4 ragazzi rispecchiano centinaia di ragazzi, con esperienze altrettanto diverse.
Se la scuola non dà la possibilità di trovare le capacità insite nello studente, conosceremo sempre più Giulia, Jacopo, Martina, Francesco: ragazzi che si chiedono chi sono, cosa sono bravi a fare e come troveranno il percorso giusto da perseguire.
A tutti quei ragazzi che si interrogano su “cosa faranno da grandi” e se troveranno mai il lavoro capace di stimolarli ed emozionarli, rispondo che la chiave è trovare ciò che siamo di nostra natura portati a fare.
La persona in quanto tale è un insieme di emozioni, capacità, limiti e la nostra risposta sarà quella giusta se riusciremo a conciliare noi stessi.