Ecco cosa è venuto fuori da un dialogo su Natale e inclusività tra due ragazze che vivono il periodo natalizio in maniera diversa.
Il Natale è alle porte e i brand si sono sbizzarriti, come ogni anno, con le campagne pubblicitarie a tema. Tutti i maggiori siti che trattano di marketing e comunicazione le hanno analizzate e commentate accuratamente. Noi, però, non vi parleremo di questo ma vi porteremo dentro ad un viaggio nei nostri pensieri.
Siamo in Italia. C’è chi festeggia il Natale perché è di religione cattolica, chi lo festeggia per via della tradizione, chi ancora per l’amore per il panettone e le strade piene di lucine brillanti. E poi, c’è una parte della popolazione che il Natale non lo festeggia affatto.
Quello che abbiamo riscontrato è che se ne parla troppo poco.
Alice non è credente ma fin da piccola festeggia il Natale. Di anno in anno scopre le tradizioni e vi si affeziona. Famiglia riunita, buon cibo, riposo e regali sotto l’albero. Magia! Alice vede il Natale come uno dei periodi più belli dell’anno.
Klaudia è di religione musulmana e quindi lei non lo festeggia e non l’ha mai festeggiato. Ogni Natale si ritrova la sua amata città deserta, quei giorni di celebrazione sono per lei i più noiosi dell’anno.
In un modo però lo festeggia: ogni anno si guarda tutta la programmazione di film natalizi che propone la tv, d’altronde i film servono a questo, a farci vivere esperienze ed emozioni che probabilmente non vivremmo mai. Sarà lei il nostro Grinch?
Inoltre riceve puntualmente una sfilza di messaggi che le augurano buon Natale, rimane sempre un po’ stranita da ciò, perché sente che, anche chi la conosce bene, in questo modo si dimentica di lei e della sua cultura.
Perché è così difficile accettare qualcosa di diverso da noi? Qualcosa di leggermente lontano dalle nostre abitudini. Ma soprattutto… perché Klaudia non ha mai ricevuto un invito a cena per la vigilia o a pranzo per Natale se le persone attorno a lei sapevano che non avrebbe avuto nulla da fare? Non sarebbe bello sdoganare un po’ l’idea che il Natale è da passare solo ed esclusivamente in famiglia? Non sarebbe bello alzare lo sguardo e guardare un po’ più in là?
Invitate a cena i vostri amici ebrei o musulmani e tutti quelli che non hanno una famiglia con cui festeggiare, d’altronde il panettone piace a tutti, soprattutto se mangiato in compagnia! Pensate a quanto sarebbe bello per i bambini condividere momenti così felici tutti insieme!
Si parla sempre di più di inclusività: tanto è stato fatto e tanto c’è ancora da fare sul tema. Inclusività non vuol dire solo far vedere in uno spot pubblicitario persone con pelle di colore diverso, di diversa etnia ecc. Inclusivitá vuol dire unire persone e tradizioni diverse, inserirle in contesti apparentemente a loro estranei e non trattarli da tali… in una parola? Includerli.
Noi non abbiamo una verità in tasca o una bacchetta magica per cambiare le cose, perché forse non c’è molto da cambiare, ma c’è molto da migliorare. Come dice il professor Keating ne l’attimo fuggente: “Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva”.
Ci piacerebbe quindi scaturire in voi voglia di salire sui tavoli, che sono i vostri pensieri fissi da tanto tempo e guardare oltre, guardare giù, dove i pensieri liberi e diversi svolazzano con euforia senza meta.
Buon Natale e buone feste a tutti!
Articolo a cura di Alice Rosellino e Klaudia Duka.
Per approfondire il tema delle campagne pubblicitarie natalizie 2021 ti suggeriamo la lettura dell’articolo di Inside marketing: clicca qui.