La firma del grafico
Il grafico non si firma…
Quando ho sentito parlare di grafica per la prima volta non mi sono resa conto di quanto, in realtà, fosse un concetto molto più ampio. Crescendo mi sono appassionata sempre di più a questo mondo ed è grazie a un professore del FITSTIC McLuhan che ho compreso quanto in realtà quest’attività sia fondamentale all’uomo. “Tutto è grafica”, disse.
Distinguersi
Se partiamo dal presupposto che “tutto è grafica”, allora chiunque abbia il compito di creare qualcosa di nuovo, che attiri l’attenzione, che sia identificabile, distinguibile e unico non ha un incarico facile. Soprattutto se si è immersi nella grafica. Però c’è chi ci è riuscito! Persone che hanno sfondato la parete dell’obsoleto e creato, così, delle forme semplici, diventate pietre miliari non solo nella grafica ma anche nei simboli riconosciuti, quasi venerati, dalla gente “comune”.
Grafica e arte
Studiando,mi è sempre stato detto che grafica e arte sono due discipline ben distinte, ma personalmente non concordo pienamente. L’arte, spesso, è un’espressione di se stessi, di quello che l’individuo prova, vede o sente. Mentre la grafica è più fredda: l’atto di fare grafica non deriva da un bisogno interno alla persona, ma da un bisogno esterno. Più semplicemente, la grafica viene commissionata. Inoltre deve seguire regole precise, rappresentare valori, essere diretta, semplice e intuitiva… questo è vero. Però è sempre frutto di creatività e ingegno, da questo punto di vista non si discosta molto dall’arte.
Artisti (almeno per me)
Mi basta pensare al logo della Nike: mille significati e valori racchiusi in un semplice “swoosh”. Rimango affascinata e quasi mi viene la pelle d’oca quando comprendo quanta tecnica e quanto ingegno ci sia voluto per identificare con un segno così elementare un brand che ora governa il mondo del vestiario sportivo.
Successo
Carolyn Davidson è la graphic designer che creò lo “swoosh” che rappresenta un fruscio di vento, un movimento veloce. Una donna qualunque per molti, probabilmente se la sorprendessimo passeggiare per le vie di Bologna la scambieremmo per la vicina di casa. Immagino che non sia lo scopo di un graphic designer diventare una celebrità, mi chiedo però se ogni tanto anche a loro pesa non ricevere il giusto riconoscimento..
Relatività
Il buon vecchio e caro Einstein sarebbe d’accordo nel dire che il giusto riconoscimento per me, non equivalga al giusto riconoscimento per altri. Oltretutto, forse è bello anche stare nell’ombra delle proprie creazioni, senza dover per forza subire il peso di essere “Qualcuno”. Vivere con la consapevolezza di aver creato uno dei marchi più conosciuti al mondo è già un bel riconoscimento. Infatti… i grafici non si firmano.
Suggerimento di lettura
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Io Lavoro In Corso: ci presentiamo
Io Lavoro In Corso è il blog degli studenti del McLuhan, corso its formativo della fondazione FITSTIC a Bologna. In questo articolo Erica Diamanti ci racconta di quanto il lavoro del grafico sia fondamentale nella società odierna.